Transiti di paure e giudizi: limitanti o potenzianti

Salve a tutti,
(ricordando che il saluto salve è un augurio di stare bene, in salute: fisica, mentale, emotiva)
dal 26 settembre con il Sole nella Porta 18 (fino al 2 ottobre) al 5 novembre con la Porta 44 il Sole percorrerà – attivandole – tutte le sette Porte del Centro della Milza: il Centro di consapevolezza del corpo. Dove si sviluppa la morale e l’etica (concetti sul bene e male) che condizionano i valori culturali/sociali trasmessi con l’educazione e che, a loro volta, condizionano profondamente lo sviluppo della nostra personalità/identità: ciò che crediamo di essere e spesso finiamo con l’identificarci.

Ognuna di queste Porte corrisponde ad una paura del corpo associata alla sopravvivenza.

18: paura dell’autorità
48: paura dell’inadeguatezza (nel corpo)
57: paura del futuro (che non si possa sopravvivere)
32: paura di fallire (non avere le risorse per sopravvivere)
50: paura della responsabilità
28: paura di morire senza un proposito, senza un senso di vita
44: paura del passato/estinzione (memoria rettiliana: amigdala)

Quarto Dualità, parte in luce. Le sette porte del Centro della Milza.

Nelle prossime settimane ogni volta che il Sole attiva una di queste Porte saremo condizionati – a livello planetario dal Programma Evolutivo – a percepire le tematica della Porta e di conseguenza potenzialmente la paura ad essa associata.
Paura che ci può (e non deve!) condizionare in modo determinante nelle scelte di vita.
Teniamo presente che in questa fase dell’anno siamo nel Quarto della Dualità: i condizionamenti sono particolarmente connessi ai nostri legami/relazioni.
Ricordo che stiamo parlando di forze condizionanti che hanno il preciso scopo di “perturbare” la nostra coscienza stimolandoci – attraverso l’inevitabile confronto con opportuni cambiamenti – a prendere decisioni in accordo alla nostra verità interiore (Sé) senza dover subire fattori esterni. Queste forze o le sappiamo gestire o ci facciamo gestire. Da questo dipende la nostra evoluzione finalizzata al Ricordo di Sé (Uni-verso; verso l’UNO).

Importante sapere che le paure si trovano nei Centri di Consapevolezza in quanto sono forme di intelligenza (sottoprodotti della consapevolezza) che hanno lo scopo di farci evolvere adattandoci alla situazione in atto.
Ad esempio attraverso la paura per la nostra sopravvivenza abbiamo sviluppato l’intelligenza necessaria a creare tutta una serie di strumenti, studi, comportamenti, stili di vita che ci hanno portato (nel bene e nel male) al nostro attuale stato di consapevolezza.
La paura di per sé non è un problema anzi è una fondamentale risorsa evolutiva nel momento che sviluppa la consapevolezza necessaria a saperla gestire e proseguire indisturbati adattandoci al cambiamento senza subirlo quando ci lasciamo gestire dalla paura (ignoranza delle Leggi Universali).

Il Sole in questi giorni è nell’Esagramma 18: la Porta della Correzione; Lavoro su ciò che è stato rovinato.
Porta che con la giustapposta 58 formano il Canale del Giudizio; il Disegno di insaziabilità.
Quell’insaziabilità/insoddisfazione che è la base del processo logico concentrato sul gusto (per la vita): ciò che piace o non piace, ciò che fa bene e ciò che fa male; ciò che ci garantisce la sopravvivenza/vita o no.

Molto interessante dal punto di vista educativo – chiaramente mai a caso – che questa Porta e la sua tematica/paura sia quella che apre il ciclo esperienziale di paure/consapevolezze proposte annualmente lungo il Mandala del Rave.
E dopo la porta (46) dell’amore per la carne, il corpo, l’esperienza di vita (che contempla la sessualità).
Nel Centro della Milza ci sono le più ataviche paure che ci condizionano fortemente (a livello conscio e soprattutto inconscio – cervello rettiliano) nella nostra capacità di giudizio e quindi in tutte le nostre relazioni (con noi stessi e l’altro).
Ricordo che tutte le porte del Centro della Milza e di conseguenza tutte le paure del corpo sono nel Quarto della Dualità connesso ai nostri legami/relazioni. Le paure più ataviche e condizionanti hanno quindi a che fare con le nostre relazioni (con noi stessi e con l’altro/mondo/vita) ed è qui che si forma il Critico/Giudice interiore: ciò che paradossalmente preserva e nel contempo minaccia la nostra vita.
Il Critico Interiore (verso di noi) e il Giudice Interiore (verso l’altro), due facce della stessa medaglia, costituiscono un importante aspetto dell’Ego nella costruzione della nostra personalità (io) che ha il fondamentale scopo iniziale di aiutarci a sopravvivere e che finisce – se non opportunamente gestito dallo sviluppo della nostra consapevolezza – per ucciderci (quanto meno nello spirito) rendendo vana la nostra vita (in funzione del Ricordo di Sé).
E ritorniamo al tema essenziale della paura.
La paura – così come il nostro Critico Interiore da lei generato (dalle ferite nate dalle nostre paure) – ci serve per sviluppare consapevolezza. Tuttavia se la consapevolezza (capacità di discernere il bene dal male in accordo alla nostra unicità momento per momento) non si sviluppa e prevale, non riusciamo a trascendere la paura che finisce col dominarci fatalmente diventando essa stessa, da potenziale salvatrice, somma carnefice foriera di morte (non-vita); così come il Critico Interiore che non riuscendo ad evolversi in concomitanza con la nostra consapevolezza (capacità di gestire i nostri corpi: fisico, mentale, emotivo) da potenziale autorevole mentore consigliere di vita finisce per diventare autoritario tiranno dispensatore di morte.

Quanto riportato sopra, per quanto esuli dalla semplice analisi del transito in corso, è a mio avviso un approfondimento necessario non tanto solo per comprendere (e correggere) cosa ci può accadere in questi giorni ma cosa siamo chiamati a comprendere (e correggere) in questi tempi dove la paura del giudizio su di sé (senso di colpa – vittimismo – mancanza di autostima – sub personalità depressa) e sull’altro (aggressività – egoismo – volontà di controllo – sub personalità narcisista) sono i punti cardine nello sviluppo o no della nostra consapevolezza e di conseguenza nella possibilità di amare la vita ed elevarci al divino o odiare la vita e ridurci a zombie. O ci impegniamo a correggere questa disfunzionale paura del giudizio (radicata nell’ereditato tabù della morte fine di tutto) e miglioriamo la Nostra vita (individuale e sociale… animica) o soccombiamo, bene che ci vada, in una misera sterile limitata sopravvivenza meramente biologica.

Tema essenziale il rapporto con noi stessi, la nostra verità, ciò che siamo.
Lavoro su i nostri valori (confronto genitori/radici – rapporto modelli bene e male) e ruoli (confronto maschile/femminile – sessualità/rapporto con la gioia/pulsione di vivere) nello sviluppo di uno spirito critico atto a discernere ciò che il cambiamento porta: capacità di assumerci le nostre responsabilità e decidere individualmente in una evoluta visione d’insieme.

La Porta 18 con al sua paura dell’autorità ci parla proprio del più forte condizionamento acquisito: quello genitoriale (le prime forme di autorità che incontriamo nonché modelli sessuali primari).
Qui parliamo della paura di sottostare ad uno schema/modello imposto dall’esterno che può minacciare la nostra verità interiore/unicità: la vita stessa, il suo senso più profondo.
L’attrito tra noi e i modelli esteriori (in primis i genitori o chi ne fa le veci) è determinante nello sviluppo del nostro gusto per la vita e di conseguenza nell’appropriazione della nostra identità: senso dell’io. Nonché della consapevole responsabilità delle nostre scelte.
È qui che iniziamo ad investigare i nostri valori e ruoli iniziando a sfidare i modelli prestabiliti che ci portano a realizzare ciò che ci va bene o no. Senza dare per scontato che ciò che ci viene trasmesso è vero e affidabile.
Questo è il lavoro di correzione da attuare e quando nell’esagramma si parla di lavorare su ciò che è stato rovinato significa in pratica lavorare su di noi per decondizionarci da schemi familiari e sociali acquisiti (convinzioni, credenze, giudizi) per riappropriarci della nostra verità personale.
Questo lavoro inizia con il confronto con i nostri genitori come prime forme di autorità esterna e poi si estende a tutte le forme di autorità che incontriamo nella vita e che ci condizionano: amici, parenti, insegnanti, partners, professori, forze dell’ordine, politici, giudici ecc.

Sicché, specie in questi giorni, il condizionamento planetario propone/impone tematiche legate al giudizio, al confronto con le autorità, con i genitori, con i modelli sessuali. Con un “carismatico” movimento nodale (vedi transiti precedenti) che spinge all’azione portando tematiche di rabbia, frustrazione così come di soddisfazione e pace e anche malinconia, depressione e violenza. Punto essenziale è non farci indurre a decisioni basate sulle paure, sul giudizio e su pareri esterni (per quanto apparentemente autorevoli e sicuri) ma mantenerci fermi e saldi nell’osservazione interna di ciò che sentiamo vero per noi, dei nostri più intimi bisogni. La sicurezza non va cercata fuori in nessuna forma di relazione ma interiormente. Nessuno – e ribadisco nessuno – neanche i nostri amorevoli genitori e i nostri partner si possono sostituire a noi nel processo decisionale. In questo tempo siamo chiamati ad ascoltare e seguire SOLO ciò che ci risuona vero (con i nostri principi e valori), che appaga il nostro unico differenziato gusto per la vita (bene per noi) e che in quanto tale, per quanto individualmente differente, è inevitabilmente al servizio della vita e quindi per il bene comune.

Tempo di decisivo confronto con la verità che può metterci in contatto con una profonda delusione, rabbia e senso di ingiustizia nel riconoscere come i nostri fondamentali modelli di riferimento (genitori, famiglia, istituzioni, stato) non sono all’altezza della situazione e anziché garantirci benEssere ci condizionano ad una misera inconsapevole sopravvivenza.
Facile cadere nel giudizio e nel senso di colpa alla ricerca di capri espiatori esterni che ci allontanano dal riconoscere e assumerci le nostre responsabilità e il nostro reale potere decisionale.
Non cadiamo nel solito storico errore.
Evitiamo il tranello dell’Ego che – se non se ne comprende il senso – punta solo alla sua sopravvivenza a scapito della nostra vita.
Accogliamo che è così e che tutto ciò che accade non è contro di noi ma PER noi: voluto dalla nostra anima per educarci ed evolvere.
Tempo di trasformare il giudizio in comprensione; la paura in coraggio; la rabbia in assertività; lo stagnante lamento in correzione agita.
Tempo di lavorare su ciò che è stato rovinato: il nostro rapporto con la vita/morte, la nostra intima connessione col divino potere creativo.

Il messaggio dell’Esagramma 18 recita:
la vigilanza e la determinazione per sostenere e difendere i diritti umani basilari e fondamentali.

Tempo di correzione sui modelli che non funzionano e non ci garantiscono benessere minacciando il senso della vita.
Tempo di correggere con l’agire da uno spazio di verità e integrità e non reagire da uno spazio di paura e giudizio.
Tempo di migliorare e perfezionare tutto ciò che non è più evolutivo: nel micro al servizio del bene individuale e sociale, nel macro al servizio dell’UNO.
Tempo di accogliere le nostre scelte passate (chi siamo stati), rivederle, migliorarle e perfezionare le decisioni attuali (chi siamo), senza giudizio né colpa (per sé e per altri).
Il segreto è volgersi all’interno e non perdersi nel giudizio esterno.
L’altro (ciò che è esterno a noi) è SEMPRE al nostro servizio: ci riflette e manifesta ciò che non riusciamo a vedere di noi.
Non va giudicato ma ringraziato perché senza di lui/lei non avremmo modo ci conoscerci e amarci nella totalità di ciò che siamo.
Nello stesso tempo l’assenza di giudizio non significa né, giustificazione né buonismo, né indifferenza.
Per Legge chi sbaglia paga ma non siamo noi a giudicare. Ci pensa la vita. Noi, quando siamo connessi alla vita, siamo solo suoi strumenti nella forma e contribuiamo a portare perfezione-equilibrio- bellezza.
Non siamo qui a giudicare e correggere gli altri se non indirettamente come esempi attraverso un profondo lavoro di  su di noi (auto-osservazione); o quando ci viene formalmente richiesto e siamo ben connessi con la nostra verità.

In tutte queste paure che siamo chiamati a sperimentare nelle prossime settimane possiamo scorgere le varie declinazioni della madre di tutte le paure: la paura della morte intesa come fine della vita. La consapevolezza che siamo – specie in questo tempo – chiamati a maturare è di riconoscere nella morte non una conclusione definitiva di qualcosa e la conseguente eterna eliminazione ma solo la conclusione di un ciclo in un eterna ciclica trasformazione. Compito della Nuova Era è sfatare il condizionante limitante tabù della morte con l’illusione di una fine e aprirci alla sempre possibile occasione di correggere, migliorare perfezionare il Tutto partendo da noi stessi.
La vita non è attendere di morire ma concreta possibilità dell’anima di manifestare la sua missione nella forma.
Questo lavoro su di noi è ciò che ci apre a consapevolizzarci che siamo Passeggeri nella Forma, anime incarnate che in quanto immortali e facenti parte del Tutto non possono auto-limitarsi in paure e separazioni di qualsiasi natura.

Siamo noi a condizionare la nostra realtà: o ce la creiamo su misura o la subiamo.
O ascoltiamo e seguiamo la nostra verità assumendoci la responsabilità delle nostre decisioni o subiamo la verità di altri e sottostiamo al loro volere.

Tempo di attuare un profondo processo di genitorializzazione: diventare genitori di noi stessi educando il nostro bambino interiore a non avere paura della morte e aprirsi alla gioia della vita. Adesso.
Tempo di correggere gli errori del passato (di questa e altre vite) e stabilire fondamenta solide per il presente su cui costruire il futuro. E, per altro, è anche tempo di correggere la nostra storica visione lineare del Tempo e concentrarci sull’unica dimensione che esiste e che il nostro corpo ben ci ricorda sempre: il presente.

Buona comprensione, correzione e manifestazione del tuo gusto per la vita.
Nell’amore del tuo bambino interiore e delle sue paure/ferite.
Con l’assertiva forza dell’adulto consapevole che sei chiamato ad essere. Adesso.

 

Just Now 26.9.21
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