«C’era una domanda intorno alla guerra: Come impedire le guerre?
Non si possono impedire le guerre.
La guerra è il risultato della schiavitù nella quale gli uomini vivono.
Ad essere esatti, le guerre non avvengono per colpa degli uomini.
Alla loro origine stanno forze cosmiche, influenze planetarie.
Ma negli uomini non vi è alcuna resistenza a quelle influenze, e non vi può essere, perché gli uomini sono schiavi.
Se fossero degli uomini, se fossero capaci di “fare”, sarebbero capaci di resistere a queste influenze, e di trattenersi dall’uccidersi l’un l’altro.
“Ma coloro che comprendono questo, non possono fare qualcosa?” – domandò la persona che aveva posto la domanda sulla guerra.
“Se un numero sufficiente di uomini arrivassero alla conclusione categorica che non vi debbono essere più guerre, non potrebbero influenzare gli altri?”.
Coloro che non amano la guerra l’hanno tentato quasi dal tempo della creazione del mondo, disse G., e tuttavia le guerre non diminuiscono, ma crescono e non possono essere fermate con mezzi ordinari.
Tutte queste teorie sulla pace universale, le conferenze per la pace, ecc., non sono che pigrizia e ipocrisia.
Gli uomini non vogliono pensare a sé stessi, non vogliono lavorare su di sé, non pensano che ai mezzi per indurre gli altri a servire i loro capricci, a fare ciò che desiderano.
Se si costituisse effettivamente un gruppo sufficiente di uomini desiderosi di arrestare le guerre, essi comincerebbero a fare la guerra a coloro che non sono della loro opinione.
Ed è ancora più certo che farebbero la guerra a uomini che vogliono anch’essi impedire le guerre, ma in un altro modo.
Finirebbero così col battersi.
Gli uomini sono ciò che sono, e non possono fare altrimenti.
La guerra ha moltissime cause che ci sono sconosciute.
Alcune risiedono negli uomini stessi, altre sono esteriori.
Bisogna cominciare dalle cause che sono nell’uomo stesso.
Come può l’uomo essere indipendente dalle influenze esteriori, dalle grandi forze cosmiche, quando è schiavo di tutto ciò che lo circonda?
Egli è in balia di tutte le cose intorno a lui.
Se fosse capace di liberarsi dalle cose, potrebbe anche liberarsi dalle influenze planetarie.
Libertà, liberazione.
Questo deve essere lo scopo dell’uomo.
Diventare libero, sfuggire alla schiavitù – ecco ciò per cui un uomo dovrebbe lottare allorché è diventato, anche solo per un poco, cosciente della sua situazione.
Questa è la sola via d’uscita per lui, poiché nient’altro è possibile finché resta uno schiavo, interiormente ed esteriormente.
Ma non può cessare d’essere schiavo esteriormente finché resta schiavo interiormente.
Così, per diventare libero, deve conquistare la libertà interiore.
La prima ragione della schiavitù interiore dell’uomo è la sua ignoranza, e soprattutto l’ignoranza di sé stesso.
Senza la conoscenza di sé, senza la comprensione del moto e delle funzioni della sua macchina (l’uomo non libero è solo una macchina), l’uomo non può essere libero, non può governarsi e resterà sempre uno schiavo, in balia delle forze che agiscono su di lui.
Ecco perché negli insegnamenti antichi, la prima richiesta a chi si metteva sulla via (iniziatica) della liberazione, era: Conosci te stesso….»
– Georges I. Gurdjieff –
brano postato da Salvatore Brizzi tratto da “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D. Ouspensky